La vita accanto (2010)

Regia: Giuseppe Pizzo
Musiche: Rosario Di Bella
Anno di produzione: 2010
La vicenda è narrata tra i borghi dei paesi all’area di Nord di Napoli, come Caivano, Orta di Atella e Marcianise, e si presenta come un documentario dal taglio antropologico sulla camorra vista attraverso gli occhi di un bambino. Un intreccio di microstorie attuali, di ragazzi vittime del sistema e di altri che lottano per non farne parte. Al centro tra questi due mondi, uno legale e l’altro illecito troviamo Angelo, un bambino che vacilla nell’orientarsi a crescere con lezioni di strada che il fratello maggiore gli impartisce e la voce della sua coscienza che già gli parla alla sua tenera età.
Sia la scenografia che la fotografia del mediometraggio nonché le colonne sonore ci riportano in ambienti familiari al nostro contesto sub culturale. Luoghi, voci, suoni di cui vorremmo liberarcene ma che tuttavia esistono e ci parlano chiedendoci forse implicitamente un aiuto. E’ così che il regista ha avuto l’intenzione di trovare un filo conduttore a tutte le storie che si somigliano nel nostro quotidiano, ragazzi derubati, altri minacciati, altri uccisi con un unico comun denominatore: la camorra. Una macchia dilagante, una ferita ancora aperta. Eppure sempre nello stesso territorio c’è chi decide di uscirne, un ragazzo che decide di trasferirsi pur di trovare un lavoro pulito e chi invece lo raggiunge sulla strada della partenza come per un gioco del destino che come lui vuole emergere. Un lavoro cinematografico breve ma incisivo, crudo ma con un lieto fine che vede la rinascita della semplicità rappresentata da un’immagine metaforica che…scoprirete al cinema…

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